Osservare per educare

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Autore: Dott. Nicola Gentile

Quanto può essere importante il metodo osservativo all’interno di un contesto educativo? Quali strumenti sono necessari per una osservazione di tipo strutturato?

A queste domande tentano di dare una risposta le due autrici Laura D’Odorico e Rosalinda Cassibba attraverso l’esposizione di metodiche sistematiche utilizzate per la rilevazione del comportamento in un contesto di tipo educativo.

<<Lo scopo del volume è quello di suggerire alcune procedure e alcuni semplici strumenti per affinare e rendere esplicita la capacità che ogni buon educatore già possiede di giungere a conoscere in modo approfondito i propri allievi.>> (Ivi, p. 10)

Tali differenti tipi di osservazione sistemica sono rivolte a specifiche aree di sviluppo riguardanti competenze sociali linguistiche cognitive e relazionali.

Per far ciò le due autrici espongono nel primo capitolo gli aspetti generali applicabili a tutte le osservazioni di tipo più mirato. Quindi descrivono come e quando osservare (videoregistazioni ecc…), la costruzione di una griglia di osservazione (suddivisa in tre categorie: schemi di codifica, checklist e scale di valutazione), infine le principali tecniche di rilevazione del comportamento (rilevazione per eventi o ad intervalli temporali).

Nel secondo capitolo viene approfondito l’argomento inerente l’osservazione dei comportamenti nell’ambito educativo, evidenziando due grandi classi di variabili relative al contesto educativo ed al processo educativo.

Le variabili relative al contesto possono essere direttamente o indirettamente osservabili, e nel contesto possono essere individuate tre figure principali: l’insegnante il bambino e il contesto della classe, della scuola o della comunità.

Per quanto riguarda le <<variabili relative al processo educativo fanno riferimento alle interazioni che intervengono nel contesto educativo fra i comportamenti osservabili dell’educatore e quelli del bambino, fra quelli osservabili nell’interazione fra pari, e fra i comportamenti che caratterizzano le interazioni tra colleghi.>> (Ivi, p. 39)

Molta enfasi è posta dalle due studiose sul ruolo che l’osservazione gioca nella programmazione delle attività e degli interventi educativi, oltre che nella valutazione dei risultati ottenuti diventando così una componente fondamentale sia nel momento che precede la programmazione delle attività, sia nel momento conclusivo finalizzato alla verifica dei risultati.

Un altro aspetto nel quale l’osservazione può avere un ruolo importante è quello dell’incontro con i genitori, soprattutto per quel che riguarda anche finalità educative come nell’esempio delle cosiddette “scuole per genitori” in cui i video o i dati possono essere utili. Di grande interesse è infine l’apporto che l’osservazione può offrire nella formazione di insegnanti, educatori e operatori vari.

Tale visione prevede, infatti, che l’eventuale educatore ed operatore possa in primo luogo apprendere osservando, quindi entrare nel contesto in cui si troverà ad operare ancora prima di iniziare la sua attività, ed in secondo luogo imparare ad osservare, quindi acquisire quelle tecniche necessarie per svolgere in modo adeguato il proprio lavoro. Questa prospettiva assume, secondo le autrici, un ruolo ancora più importante con le insegnanti di sostegno che possono trovarsi in difficoltà nell’interpretazione di alcuni segnali di bambini con handicap, alcune volte impossibilitati o limitati nell’utilizzo di metodi di comunicare convenzionali e quindi di non facile comprensione o codifica.

Nel terzo capitolo viene presa in considerazione l’osservazione del gioco, anche se non in tutte le sue manifestazioni, ma soltanto di quel tipo di gioco organizzato intorno alla manipolazione e all’uso di oggetti. Le autrici quindi spiegano le diverse tipologie di osservazione che possono essere svolte in conseguenza anche di un gioco di tipo più “spontaneo” e quindi con una metodologia meno intrusiva, oppure di giochi “suggeriti” che vogliono osservare il bambino nella produzione di gioco al massimo livello di cui è capace.

In tale esposizione le autrici prendono anche in considerazione gli eventuali svantaggi o vantaggi nell’utilizzo delle varie metodiche.

Gli ultimi tre strumenti presi in considerazione negli ultimi capitoli, riguardano quelli per l’osservazione del comportamento sociale, quelli inerenti il comportamento comunicativo, ed infine, l’osservazione della relazione insegnante – bambino.

Per quanto riguarda l’osservazione del comportamento sociale le autrici sottolineano come hanno preso in considerazione le interazioni tra bambini in senso generale e non solo tra bambini della stessa età. Viene spiegato come si fa a ricavare il tasso di interazione attraverso l’annotazione delle frequenze di contatti sociali. Poi vengono presi in considerazione comportamenti come il gioco sociale, la rilevazione di comportamenti prosociali, la rilevazione di episodi conflittuali, la capacità di interazione tra pari ed infine, l’analisi di relazione diadiche, cioè tra due bambini.

Nell’osservazione del comportamento comunicativo vengono analizzate le principali tappe nello sviluppo del linguaggio e vengono forniti alcuni strumenti per esaminare l’acquisizione di competenze comunicative e linguistiche comprese le capacità conversazionali, come per esempio quella di mantenere attiva la conversazione e quindi <<di “andare avanti”, di realizzare cioè, più turni conversazionali sullo stesso tema.>> (Ivi, p. 107)

L’ultimo aspetto preso in considerazione è quello che riguarda l’osservazione della relazione insegnante – bambino, nel quale si considera come ormai superato il filone di studi volto a identificare le caratteristiche del “buon insegnante”, si sono presi in considerazione altri aspetti, come la valutazione del legame affettivo tra educatore e bambino, la sensibilità dell’insegnante nel sapere interpretare e rispondere in modo adeguato ai segnali inviati dal bambino, ed infine la valutazione delle cure di routine. Queste ultime vengono suddivise in momenti di benvenuto e commiato, momenti di pasti e merende, il momento del riposino, il momento del cambio, la pulizia personale. Questi momenti <<costituiscono un’occasione privilegiata di interazione tra insegnante  e bambino: prendendosi cura del corpo del bambino e del suo benessere fisico, l’insegnante ha la possibilità di stabilire delle interazioni individualizzate con i singoli bambini.>> (Ivi, p. 119)

Con tale pubblicazione le due scrittrici raggiungono lo scopo che si erano prefissate e cioè quella di mostrare a chi legge un’insieme utile di strumenti per poter conoscere il comportamento dei bambini e quindi come la costruzione di un buon modello educativo passi attraverso una corretta osservazione.

Ovviamente tale pubblicazione è da sconsigliare ad un lettore non sufficientemente informato su tale tipo di approccio per cui si rimanda per approfondimenti ad altri testi come quello della stessa D’Odorico (1990) o di Lis & Venuti (1996).

Bibliografia.

– D’Odorico, L. (1990). L’osservazione del comportamento infantile. Milano: Raffaello Cortina Editore.

– D’Odorico, L., Cassibba, R. (2001). Osservazione per educare. Roma: Carrocci editore S.p.A.

– Lis, A., Venuti, P. (1996). L’osservazione nella psicologia dello sviluppo. Firenze: Giunti Gruppo Editoriale.

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