L’interpretazione dei sogni.

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Autore: Beatrice Maiani

Tutto ciò che riguarda il mondo dei sogni, con quello che c’è dietro, ha affascinato l’uomo da sempre: alle proprie esigenze di razionalizzazione ha risposto individuando nei sogni voleri divini o satanici, attribuendone anche capacità guaritivo – terapeutiche, a seconda del periodo storico e del culto professato. Il sogno è, di per sé, qualcosa di enigmatico, la sua interpretazione è solo uno dei modi di provare a decifrare alcune delle sue ambiguità ma non dev’essere l’unico possibile. Il sogno esiste in quanto mediato dal linguaggio della realtà diurna; come se tutti i sogni sognati fossero veri e quelli raccontati falsi: per Berry sono quindi applicabili al sogno le leggi della narrativa, non esiste sogno se non come narrazione. E qui ci rifacciamo a Jung ed alla struttura drammatica del sogno, con la consapevolezza che è alla narrazione a cui facciamo riferimento non all’immagine vera e propria e che parole ed immagini non si equivalgono. L’interpretazione dei sogni è quindi un modo per entrare nel mondo di Dei e Demoni.


Ad esempio la tradizione popolare cristiana (come anche Ebraismo e Islam, come vedremo) si interessa ai sogni in quanto manifestazione di uno spirito superiore, porta d’accesso per l’unica verità divina, costellata da apparizioni, premonizioni e guarigioni miracolose; almeno fino a che Papa Gregorio II ne proibì l’interpretazione connotandoli come messaggeri del volere di Satana giustificando le persecuzioni e la caccia alle streghe.


Specificamente per l’Islam, l’interpretazione dei sogni è la pratica divinatoria privilegiata per poter comunicare con il Dio: i sogni sono messaggi di Allah; coloro che interpretano sono figure di collegamento e mediazione fra Dio e gli uomini; con il dono e le capacità di decifrare i sogni e classificarli secondo tre tipologie: provenienti da Dio, dal demonio e legati alla materia (esclusivamente caratterizzate dalle sensazioni di chi sogna).


Anche secondo il libro sacro ebraico (Talmud) i sogni sono messaggeri divini che possono rivelare la parola di Dio, se si possiede l’adeguata conoscenza delle Bibbia e dei salmi, migliorando l’educazione religiosa.
La tradizione ebraica però aggiunge un elemento nuovo all’interpretazione dei sogni: inizia a prenderne in considerazione la simbologia, anche sessuale, aprendo la strada ad alcuni concetti della futura psicanalisi, tra i quali la possibilità di interpretazione a livello oggettivo (quando i riferimenti sono alla realtà esterna del sognatore) o soggettivo (relativi all’interiorità di questi); oltre alla convinzione che un’insieme di sogni può svelare l ‘evoluzione di un problema e la consapevolezza dell’influsso negativo legato a brutti sogni.


Per quanto riguarda il Buddismo invece, il sogno è visto esclusivamente come illusione della mente di cui parla il linguaggio segreto e narra le esperienze. Nello spiritualismo tantrico Buddista Tibetano, il sogno rappresenta un mezzo per allenare la mente al Bardo, il corpo illusorio della fase dopo la morte: secondo la Medicina Tibetana il sogno è un messaggero che facilita la diagnosi del rapporto corpo-mente; linguaggio dello spirito e della mente inconscia che rivela aspetti della mente sconosciuta alla persona e ricordi di vite passate e presenti. Si ritiene inoltre di poter attuare il controllo della mente attraverso il controllo dei sogni:ci si può preparare alla morte attraverso una similitudine tra il passaggio dalla veglia al sogno e le fasi immediatamente precedenti alla morte fisica. Lo sviluppo delle potenzialità di controllo mentale sul sogno, determinano lo sviluppo della coscienza.


Passando adesso in rassegna l’interpretazione dei sogni da un punto di vista prettamente storico rimane costante l’idea, più o meno radicata, di una “missione mistica” del sogno:così è per gli egiziani che spiega nel “ Libro dei sogni ieratico”, scritto nel 2052-1778 A.C. in caratteri ieratici (geroglifici corsivi), come un vero e proprio dizionario dei sogni, le immagini oniriche più frequenti. Concezione di base è che i sogni si dividano secondo due gruppi di sognatori: persone buone e persone cattive ed ogni suono o parola nel sogno indicasse un possibile significato. Il sogno era un modo per comunicare con i defunti o con le divinità; inoltre già si ipotizzava che specifiche immagini fossero la conseguenza del vissuto del sognatore, per cui l’interpretazione di un sogno doveva tener conto dello stato del sognatore. I sogni come collegamento primario con l’Aldilà; ne sono espressione e inviano profezie e notizie dei defunti; l’interpretazione era una vera e propria scienza rispettata quanto medicina e magia.

Altra civiltà con radicata cultura onirica è quella assiro-babilonese il cui libro di interpretazione dei sogni risale al 1728- 1686 A.C., pervenuto ai posteri su tavole d’argilla: il dio Zuqiqu era quello da invocare per ricevere sogni portatori di buona sorte, inviati da dei e defunti. I sogni erano classificati in relazione alle azioni quotidiane, cercando spiegazioni immediate, senza scomodare sentimenti o vissuti. L’importanza dei sogni risiedeva nelle capacità profetica e predittive. Di estrema importanza il sapere specialistico dell’interprete, capace di intendere i significati nascosti.


La cultura tedesca manifestava grande interesse e rispetto per i sogni, lo stesso Carlo Magno si serviva di un interprete personale, la letteratura usava immagini simboliche dei sogni; allo stesso modo, ancora più a Nord i sogni erano spesso protagonisti premonitori e funesti di miti e saghe, inquietanti, ma estremamente presenti, con estrema attenzione ai simboli, centrali per la moderna interpretazione dei sogni.

Anche nell’Antica Grecia era presente una elevata considerazione dei sogni, emissari divini, figli di Gea. Omero rappresenta due porte dei sogni, una d’avorio per quelli significativi e l’altra di corno per quelli insignificanti. Per Platone sono espressione del mondo delle idee, portatori di desideri anche estremi che solo la persona cattiva tenta di realizzare.


In ogni caso, sognare nell’antica Grecia era attività privilegiata per il suo potenziale terapeutico; esistevano delle vere e proprie “grotte dei sogni” dove vi venivano portate persone con malattie mentali, al fine di “inscenare” una morte rituale, con tanto di rinascita, quando, riportato fuori, alla luce, raccontava ai sacerdoti sogni e visioni utili a far percepire la realtà in modo diverso. In seguito all’incubazione dei sogni, poteva svolgersi una vera e propria rappresentazione teatrale di drammi individuali, reali o vissuti in sogno, da cui poteva scaturire nel sognatore-protagonista una sorta di psico-catarsi: un antico psicodramma. L’incubazione dei sogni, sollecita sogni utili, dimostrandosi strumento efficace nel risolvere problemi e nell’orientare il sognatore tra scelte importanti e/o su consigliare condizioni di vita migliori per la salute.


Dare il giusto significato ai sogni consente di conoscere una parte del Sé generalmente ignorata.
Proprio dal mondo greco si inizia anche a concentrarsi su un aspetto esclusivamente “fisico” e naturale: vapori corporei che precipitano nel cervello o comunque risultato di stimoli corporei. Artemidoro distingue sogni legati al passato, al presente e al futuro, e tenta, nell’”Onirocritica”, di ideare un vero e proprio metodo “scientifico”, quanto più razionale ed al contempo intuitivo possibile, finalizzato a collegare realtà quotidiana e sogni, perché i sogni dispieghino il loro potenziale per consentire al sognatore di gestire al meglio quella che sarà la realtà del giorno. Per Artemidoro, i sogni, sono il frutto del lavoro notturno della psiche che sembra voler indicare la strada migliore da percorrere, avendo sempre ben presente la realtà del sognatore; lo stesso simbolo può, di conseguenza, avere significati completamente diversi.


Aristotele, dalla sua visione razionale dell’anima che determina le funzioni del corpo senza trascenderlo, trae il suo pensiero sui sogni: ritenendoli determinati dall’individuo, la cui manifestazione sembra andare dall’interno all’esterno, svelandone l’ origine naturale e non divina, ad ulteriore conferma, ha dimostrato che anche alcuni animali oltre l’uomo sognano. Nei sogni Aristotele ha constatato una ripetizione degli avvenimenti giornalieri e riteneva che sensazioni fisiche e corporee potessero far presagire l’insorgere di malattie, anche mediante la dimostrazione di una correlazione tra movimento dei bulbi oculari e sogni.


Il grande apporto di Aristotele risiede dunque nell’aver considerato i sogni come espressione di un bisogno reale ed interno all’uomo. L’unico ruolo profetico che concede ai sogni è quello relativo alle apparizioni in punto di morte, nel momento in cui le facoltà razionali si intensificano, l’anima si raccoglie e la divinità può manifestarsi come pienezza ed espansione delle capacità razionali, esclusivamente circa la natura dell’animo umano.


In seguito, durante l’lmpero Romano si procede nel percorso di ridimensionamento della funzione oracolare dei sogni e della loro importanza, considerati esclusivamente come prodotti della fantasia o della rielaborazione mentale e fisica. Lucrezio nel De rerum Natura si concentra sull’aspetto fisiologico del sonno; limitando la funzione del sogno a mera riproduzione di episodi quotidiani: sfogo di ansie, passioni, pressioni. Tiberio emanò addirittura un divieto di consultazione degli interpreti dei sogni: chi ancora esercitava poteva farlo solo pubblicamente ed alla presenza di testimoni, temendo interpretazioni potenzialmente pericolose.


In seguito, mentre in Occidente con l’avvento delle scienze naturali i sogni hanno perso man mano di valore, la tradizione dell’incubazione si è mantenuta in molte culture aborigene ed in pratiche sciamaniche di varie parti del mondo: sognare per guarire è sempre l’assunto di base. Le culture “oniriche” e sciamaniche utilizzano i sogni come mezzo per uscire dal corpo terreno, entrare in contatto con gli spiriti, guarire malattie, punire i nemici. L’incubazione del sogno ha anche, in questo tipo di culture, una funzione iniziatica nei riti di “passaggio”, ad esempio dall’adolescenza alla vita adulta. Lo sciamano Huna parla espressamente di guarigione sciamanica e di sogno sciamanico: lo sciamano usa il corpo fisico come strumento per cambiare il sogno inadeguato con un sogno funzionale alla guarigione dello spirito.


Gli Sciamani riconoscono quattro tipologie di sogni: – quelli che nascono dall’uomo, riguardanti condizioni fisiche e mentali; – le immagini oniriche che dipendono da stimoli esterni; i sogni profetici e di preveggenza, conseguenti agli allineamenti con i piani paralleli; – i sogni provocati ed indotti da contatti telepatici o d’addestramento.


I primi due tipi sono quasi sempre in bianco e nero, gli altri, molto colorati e vividi: in ogni caso sono messaggi inviati dal nostro profondo, simbolici o diretti.


Tutto è illusorio nel sogno, ma tutto sembra reale: il Sogno, per gli Sciamani, è la “piccola Morte”, quindi la Morte è un grande sogno, una semplice esperienza di Vita.


Gli sciamani hanno la capacità di vivere in un perenne stato di sogno all’interno di un perenne stato di lucidità e attenzione: via preferenziale per il sapere e la guarigione, il sogno consente loro di prevedere eventi futuri e soprattutto di acquisire nuove conoscenze di cui rendere partecipe la comunità, a tal fine sogni ad occhi aperti e notturni si equivalgono; entrare in un diverso stato di coscienza consente l’apertura ad altre prospettive che, ben impiegate possono portare ad una guarigione spirituale e secondariamente fisica; in quanto condotta da spiriti guida che indirizzano una giusta interpretazione dei simboli.


Tornando in un’ottica più razionale e moderna, molti terapeuti occidentali oggi sembrano far proprie, rivalutandole, le tecniche sciamaniche che permettono di liberare energie di guarigioni dal subconscio tramite i sogni: per gli sciamani, il sogno consente di ricavare informazioni da una “memoria permanente” presente in ogni cellula del corpo, nella psiche o nel campo magnetico, nonché in ogni struttura energetica dell’universo. Edgar Cayce rappresenta la prima fonte moderna che testimonia la frequenza dei sogni a livello psichico. Neurofisiologi e fisici cominciano quindi a riconoscere la possibilità di ricavare informazioni scientificamente rilevanti dall’attività dell’emisfero destro del cervello e dai sogni in particolare.


In particolare sono state svolte sperimentazioni sui sogni “lucidi” che ne hanno confermato il potenziale terapeutico. Un sogno passivo si limita ad una mera analisi di quanto avvenuto in realtà; un sogno “lucido” permette di modificare gli schemi che ostacolano l’energia vitale, contribuendo alla guarigione. In questo tipo di sogno, indotto seguendo accurata preparazione, senza l’impiego di sostanze, il “sognatore” viene accompagnato da una “guida” per rientrare nel suo sogno: non dorme ma non è sveglio, raggiunge un particolare stato di coscienza alterato (onde Theta-Delta del cervello) che gli permette di agire consapevolmente nel proprio sogno; sempre sapendo di sognare, riesce a colloquiare con i personaggi, interagendo anche in un incubo ripetitivo sbloccandolo ideando nuove possibilità, modificando gli aspetti temuti, affrontando e combattendo le paure, sviluppa un senso di forza e di potere che rafforza la propria autostima.


Per quanto riguarda la psicanalisi, i più diffusi e riconosciuti contributi derivano da Sigmund Freud e da Carl Gustav Jung che riconoscono i sogni come chiave d’accesso per l’inconscio, Jung in particolare, si riferisce ad un inconscio collettivo: memoria di tutto il passato e conoscitore di tutti gli eventi futuri dell’umanità.
Jung sembra particolarmente orientato all’esplorazione di quella fantasia pregna di contenuti inconsci nella coscienza ,dove, come il sognatore, non siamo indifferenti al materiale che affluisce, perché solo affrontando i contenuti emergenti si possono modificare esperienze future, assumendo il ruolo di protagonista della fantasia, divenendo l’uomo creativo.


Alla luce delle nostre conoscenze attuali, si riconosce la validità terapeutica del sogno, in quanto ricongiungimento alla dimensione globale ed individuale. La realtà quotidiana viene filtrata da schemi mentali e paure rimandandola all’individuo in modo parziale; proprio quanto è censurato, come consciamente inaccettabile viene restituito per mezzo dei sogni che si dimostrano situazioni in cerca di soluzione; alle volte possono essere anche premonitori sempre mantenendo bene a mente che si tratta solo di un probabile futuro, ancora però non determinato, che può spingere ulteriormente al cambiamento.

Si può dunque concludere che ogni epoca ed ogni cultura riconosce il potenziale terapeutico e creativo del sogno: una delle poche vie per entrare in contatto con il Divino, in ogni forma, e qualunque significato possa avere per ciascuno, perché comunque rappresentano una forma di dialogo con il nostro Io che conosce ogni risposta a cui aspiriamo; i sogni sono un ponte tra realtà esistenti e non altrimenti comunicanti.

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